Pomodori connessi con l’internet of things

L’Analog Devices Inc sta sviluppando nuove tecnologie web per garantire una produzione di pomodori di alta qualità

L'Analog Devices Inc applica l'internet of things alla crescita dei pomodori.

Si parla spesso di “internet of things”, etichetta che racchiude l’insieme delle tecnologie in grado di rendere sempre connessi – ed intelligenti – degli oggetti di uso comune come un frigo o una televisione. Questa possibilità di “dialogare” con oggetti inanimati sta ora iniziando a coinvolgere anche il mondo agricolo, a iniziare dalla coltivazione dei pomodori.

Ad averci pensato è l’Analog Devices Inc (ADI), azienda statunitense che ha deciso di sviluppare una serie di prodotti in grado di rendere i campi sempre connessi. Non a caso, sul sito del progetto pilota dell’ADI (“IoT: The Internet of Tomatoes”) campeggia il motto «Vuoi coltivare pomodori fantastici? Inizia a farlo grazie ad una fantastica tecnologia». Una frase che ben riassume l’insieme di sistemi elettromeccanici e di sensori ambientali connessi al cloud che l’ADI sta creando per permettere agli agricoltori di ottimizzare le loro colture – a iniziare proprio da quella dei pomodori.

6laquo;Nel New England si produce una quantità impressionante di pomodori» dice Francis Gouillart, responsabile del progetto IoT. &laqu0;Il problema, tuttavia, è la loro qualità piuttosto scadente. Questi pomodori vengono infatti consumati esclusivamente a livello industriale per la produzione di zuppe o ketchup. Quello che vogliamo fare con il progetto IoT è sperimentare nuovi modi di migliorarne il sapore adottando tecnologie all’avanguardia».

È per questo motivo che l’ADI ha iniziato a mettere in produzione una serie di dispositivi da inserire direttamente tra le piante di pomodori, basati su sensori wireless Blueooth a basso consumo energetico. Entro la fine del 2016 verranno così immessi sul mercato dei dispositivi in grado di captare parametri quali temperatura, umidità o tasso di crescita. Questi dati verranno immediatamente trasmessi su cloud per essere, in ogni momento, richiamabili attraverso delle app specifiche.

Non solo: dal momento che l’obiettivo finale di IoT è quello di migliorare il sapore dei pomodori, ADI sta mettendo a punto una serie di tecnologie non invasive in grado di monitorare anche la composizione chimica interna del pomodoro. Ma per vedere all’opera quest’ultima tipologia di sensori occorrerà attendere ancora qualche mese.

Fonte: Technology Review

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