La fattoria del futuro è in Medio Oriente

Tecnologia aeroponica e workshop aperti a tutti: così si realizza a Tel Aviv la fattoria del futuro

La fattoria del futuro è a Tel Aviv.
Anche un territorio difficile e lacerato dalle tensioni religiose può diventare un’officina per la sperimentazione in ambito agricolo. È quanto sta accadendo a Tel Aviv grazie al lavoro della Aleinu Sustainable Aeroponic Greenhouse, una piccola azienda che come mission principale ha la creazione della fattoria del futuro.

In ebraico, la parola aleinu significa sia “al di sopra”, sia “le nostre foglie”: un concetto più che adatto per trasmettere l’importanza che l’agricoltura può avere anche in ambito sociale.

La fattoria del futuro progettata da Aleinu è infatti unica nel suo genere. Come tante altre realtà simili, i suoi fondatori hanno deciso di adottare le tecniche tipiche dell’agricoltura urbana – in particolar modo l’aeroponica. Lo stabilimento non si limita però ad una semplice attività produttiva: al suo interno vengono infatti organizzate attività quotidiane dedicate all’educazione alimentare ed ecologica.

«Vicini di casa, famiglie e amici possono tranquillamente passeggiare all’interno dei capannoni di Aleinu e toccare con mano la tecnologia impiegata» spiega Bentsion Kabakov, CEO di Aleinu. «Creare la fattoria del futuro significa anche incentivare la creazione di mini-fattorie urbane sostenibili. Per renderlo possibile, abbiamo creato dei workshop gratuiti, che possono essere frequentati da imprenditori o semplici appassionati che vogliano cimentarsi con la coltivazione aeroponica».

A questo aspetto di educazione sociale, Aleinu affianca ovviamente anche una precisa strategia di marketing. Kabakov riconosce infatti che «in questo modo le persone acquisiscono una grande familiarità con il marchio: questo ci permette di creare un network di vendite più diretto e, quindi, più redditizio. I clienti fidelizzati cercano i nostri prodotti, anche perché conoscono la filiera produttiva e si fidano di noi».

In effetti, all’interno della fattoria del futuro tutto è sotto gli occhi dei visitatori. Le venticinque diverse tipologie di piante coltivate – basilico, lattuga, cavoli, rucola e molto altro ancora – sono monitorate attraverso sistemi robotizzati, in grado di fornire sempre la giusta quantità di nutrimenti e di acqua. Come in altre realtà simili, la produzione è inoltre garantita esente da insetti: un requisito importante per vendere sul mercato kasher.

Ciò che però Kabakov vuole maggiormente sottolineare è il ruolo che il dipartimento di Ricerca e Sviluppo occupa all’interno della sua azienda. «La fattoria del futuro deve essere soprattutto un luogo all’interno del quale produrre nuove tecnologie pensate per ottimizzare la produzione e minimizzare gli sprechi. Siamo già titolari di quattro brevetti e abbiamo intenzione di continuare ad innovare: in questo senso anche i visitatori dei nostri stabilimenti hanno un ruolo essenziale, dal momento che spesso ci forniscono idee e suggerimenti sui quali possiamo lavorare».

Fonte: Jewish Business News

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