Biodiversità sotto controllo: una sfida possibile?
Una start-up italiana analizza il DNA alla ricerca di un modo per preservare le colture dai parassiti
In natura esiste un meccanismo in grado di regolare l’equilibrio tra i diversi ecosistemi. E, a quanto pare, questo “garante della biodiversità” ha la forma di uno specifico filamento di DNA, il cui raggio d’azione non si limita alle sole piante ma coinvolge anche alghe, funghi, batteri e insetti.
È quanto hanno scoperto i ricercatori del Dipartimento di Agraria dell’Università Federico II di Napoli, che hanno ora deciso di lavorare sulle possibili implicazioni pratiche di questo meccanismo dando vita ad una nuova start-up: la No Self srl.
Il loro progetto è stato di recente presentato al BioInItaly Investment Forum, organizzato da Assobiotec e da Intesa San Paolo. Questa scoperta permetterebbe infatti di elaborare nuove strategie in grado di preservare le coltivazioni dall’aggressione di parassiti, riducendo in modo significativo l’impiego di pesticidi.
«Studiando le piante – ha spiegato uno dei responsabili del progetto, il prof. Stefano Mazzoleni – abbiamo scoperto che il DNA disperso nel suolo dalle cellule delle foglie morte inibisce la crescita di altre piante della stessa specie. L’azione di questo materiale genetico extracellulare, che abbiamo definitio self-DNA, è cruciale per il mantenimento della biodiversità, e ci spiega perché nei campi le colture monospecifiche tendano a declinare con il tempo e richiedano una rotazione. Quello che sembrava essere un sistema di autoregolazione delle piante si è poi dimostrato essere un principio biologico più generale, valido per molti altri organismi viventi».
Di qui la scelta dei ricercatori partenopei di indagare le specificità molecolari di questo meccanismo, di cui al momento si conosce ancora poco.
È facile però immaginare quale enorme portata potrebbe avere una sua piena comprensione. Se davvero è la natura stessa ad impedire ad una specie di diventare dominante all’interno di un ecosistema, poter plasmare questa capacità significherebbe avere un totale controllo sulla produttività in ambito agricolo.
Grazie alla ricerca genetica sarebbe possibile selezionare la sopravvivenza di specie biologiche in grado di favorire la crescita di una determinata coltura e inibire al tempo stesso l’apparizione di competitori animali o vegetali.
Fonte: Ansa.it