La spirulina sui tetti di Bangkok
EnerGaia punta a rivoluzionare il mondo degli orti urbani
Sul tetto del prestigioso Hotel Novotel di Bangkok sono allineati decine di barili bianchi: al loro interno, ribolle al sole una strana marmellata verde e fosforescente. Non si tratta dell’esperimento di uno scienziato pazzo, ma di uno dei primi centri al mondo per la coltivazione e la raccolta urbane della spirulina – l’alga commestibile che ha fatto tanto parlare di sé nel corso degli ultimi anni.
Questa incredibile installazione nasce dal lavoro di EnergGaia, una start-up tailandese che ha deciso di esplorare i limiti dell’agricoltura urbana (e, se possibile, spingersi oltre). Il suo CEO, Saumil Shah, ha pensato di cominciare proprio dal settore delle microalghe dopo aver letto un articolo su come il biossido di carbonio proveniente da un impianto industriale possa essere utilizzato per la coltivazione delle alghe. Di qui l’idea geniale di installare sugli spazi inutilizzati – tetti, parchieggi, etc. – dei bio-rettori in grado di consumare CO2 e fornire sostentamento alla spirulina. «La sfida più grande» confessa tuttaiva «non sta tanto nel coltivare l’alga, quanto piuttosto nel far capire alla gente cosa sia la spirulina».
È per questo motivo che, attualmente, al lounge bar del Novotel è possibile bere un cocktail molto particolare, a base di concentrato di cetriolo, mela verde, succo di limone e, ovviamente, spirulina. Manuel Raymondin, direttore dell’albergo, conferma il grande successo che questa bevanda sta ottenendo tra i suoi ospiti: «Quando abbiamo affittato per pochi dollari al mese il tetto dell’hotel a EnerGaia non intendevamo fare soldi, ma solo scommettere su un’idea che ci sembrava eccellente. Con nostra grande sorpresa abbiamo però scoperto che i nostri ospiti talvolta ci scelgono proprio perché siamo stati i primi a puntare sulla coltivazione di alghe commestibili sui tetti di Bangkok».
Ovviamente il sistema di 80 bio-reattori costuito sul tetto del Novotel, ognuno dei quali contiene oltre 250 litri di acqua ed è studiato per impedire all’ambiente di coltura di essere contaminato da agenti inquinanti esterni, non rappresenta l’unica coltura di spirulina impiantata da EnerGaia.
La società gestisce infatti anche una seconda fattoria urbana nella Green Zone di Bangkok – un’isola al centro del fiume che attraversa la città e che il comune ha destinato a progetti comunitari ed ecologici. Qui la coltivazione dell’alga spirulina può contare su oltre 900 unità di crescita: un parco di bio-reattori che sta consentendo all’azienda di Shah di pensare in grande.
È infatti prevista per la fine del 2016 un’espansione al di fuori del mercato asiatico, cominciando con uno dei paesi europei che per primi ha deciso di puntare seriamente sulla spirulina come nuova frontiera alimentare: la Francia.
Saumil Saha sa però che questo ampliamento non rappresenterà un traguardo, bensì un importante punto di partenza per trasformare la sua micro-alga da cibo di nicchia ad alimento onnipresente nelle cucine.
Fonte: The Guardian